Perchè la vigilia di Natale in Calabria si preparano 13 pietanze?
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Le preparazioni del cenone della Vigilia di Natale sono tante e vanno dal baccalà alle alici, dalle “pittuliddre”(frittelle) alle insalate… tutto rigorosamente di pesce! Guai a mangiare carne. E’ immancabile sulle tavole dei Calabresi la preparazione dei Cullurialli in tutto il periodo di Natale. La sera della Vigilia, poi, si lascia tutto apparecchiato sulle tavole perchè si dice che “u Bumminiaddru” viene a mangiare. In questo periodo si canta la strina anche se la sua diffusione è limitata ai soli paesi interni.
La strina è composta da versi in rima in tipico dialetto, con accompagnamento musicale della fisarmonica e dei tamburelli. E’ una delle tradizioni del periodo natalizio più sentita della provincia di Cosenza. Compagnie di amici vanno in giro per le contrade e per le vie del paese, fermandosi davanti alle abitazioni dei conoscenti o dei parenti per augurare in versi dialettali locali, buona salute, felicità e ricchezze per tutti gli elementi della famiglia. I padroni dì casa, in segno di ringraziamento offrono vino e salumi.
In alcuni paesi, si accende in piazza un grande fuoco e si alimenta tutta la notte con la legna che i giovani hanno accumulato da giorni. I paesani dopo la messa di mezzanotte si ritrovano attorno al falò per scambiarsi gli auguri, gustare i classici cullurielli e per trascorrere in compagnia la nottata accompagnati dalla musica popolare. Il fuoco è simbolo della purificazione dal peccato originale e viene acceso simbolicamente per bruciare tutto ciò che di negativo c’è stato in passato e scaccia gli spiriti maligni.
La cena della Vigilia nella Calabria contadina di un tempo era più importante del pranzo di Natale, era il momento magico in cui la famiglia si riuniva per accogliere degnamente il Bambinello e per il quale si lavorava duramente tutto l’anno.
Gli anziani possono spiegare, infatti, dall’alto della loro saggezza, il significato dei 13 pasti che arricchiscono le nostre tavole alla Vigilia della nascita di Gesù Bambino. La scelta del numero tredici rimanda alla fase apostolica di Gesù e quindi alla presenza dei dodici apostoli che sedevano durante il Cenacolo intorno a Cristo.
In alcune zone della Calabria però le pietanze possono essere anche 9 , come i mesi dell’attesa o 7 come le virtù, ma sempre rigorosamente a base di verdure, ortaggi e pesce conservato o fresco.
I piatti principali che si preparano sono: un primo SPAGHETTI CON ALICI E MOLLICA DI PANE , in sostanza conditi con la mollica abbrustolita e le alici salate o sott’olio. Come secondo piatto invece si prepara il baccalà in tutti i modi, fritto, al pomodoro, con le olive. A questi due piatti si aggiungono poi ad esempio un primo con le vongole o con il sugo del baccalà, mentre per secondo le cozze gratinate, polipo e patate, fritto di paranza, e tante altre gustose preparazioni locali.
Si mangiano, a fine pasto, lupini, castagne, arance, mele e dolci della tradizione: Turdilli, scalille, pitta mpigliata, chinulille.
Un tempo le famiglie si riunivano intorno al focolare o intorno ai grandi bracieri e cenavano , alzandosi dal tavolo solo a notte inoltrata.
